Ed io, coprendomi il viso,
quasi per un eterno abbandono,
giacevo ed attendevo quella cosa
che ancora non si chiamava tormento.
photo Nathan Cyprys |
Quali strane parole mi ha portato
la serena giornata di aprile.
Lo sai, dentro di me era ancora viva
l’orrenda settimana di passione.
Non ascoltavo i suoni che fluivano
per il limpido azzurro.
Echeggiò sette giorni: ora un riso di bronzi,
ora un pianto argentino.
Ed io, coprendomi il viso,
quasi per un eterno abbandono,
giacevo ed attendevo quella cosa
che ancora non si chiamava tormento.
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- Anna Achmatova -
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