Io compagna d’agili pesci e d'alghe
ebbi la vita dal grembo delle libere onde.
Non a te appartengo sebbene nel cavo
della tua mano ora riposi, viandante;
né alla sabbia da cui mi raccogliesti
e dove giacqui lungamente,
prima che al tuo sguardo
si offrisse la mia forma mirabile.
Io compagna d’agili pesci e d'alghe
ebbi la vita dal grembo delle libere onde.
E non odio né oblio ma l'amara tempesta me ne divise.
Perciò si duole in me l’antica patria e rimormora
assiduamente e ne sospira la mia anima marina,
mentre tu reggi il mio segreto sulla tua palma
e stupito vi pieghi il tuo orecchio straniero.
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- Margherita Guidacci, da Paglia e polvere, 1961 -
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