Vi è un nome soave in tutte le
lingue, venerato fra tutte le genti.
Il primo che suona sul labbro
del bambino con lo svegliarsi della coscienza.
L'ultimo che mormora
il giovinetto in faccia alla morte;
un nome che l'uomo maturo e il vecchio
invocano ancora, con tenerezza
di fanciulli, nelle ore solenni della vita,
anche molti anni dopo che non è più
sulla terra chi lo portava; un nome
che pare abbia in sè una virtù misteriosa
di ricondurre al bene, di consolare e
di proteggere. Un nome con cui si dice
quanto c'è di più dolce, di più forte,
di più sacro all'anima umana:
la madre.
phot. phot. Pamela Hanson |