Il mondo, intorno a me, era un'enorme presenza confusa. Camminavo a gran passi, sfiorata dal suo fiato greve. Mi dicevo che, tutto sommato, vivere era ben interessante.
Di nuovo l'avvenire era oggi, e tutte le promesse dovevano essere mantenute senza indugio. Bisognava servire, ma a che cosa? a chi? avevo molto letto, molto riflettuto, molto imparato; ero pronta, ero ricca, mi dicevo, e nessuno mi chiedeva niente. La vita mi era parsa così piena che per rispondere ai suoi infiniti appelli, avevo cercato, fanaticamente, di utilizzare tutto di me, e invece ero vuota, nessuna voce mi sollecitava. Mi sentivo la forza di sollevare la terra, e non trovavo da spostare neanche un sassolino. La mia disillusione fu brutale: Sono talmente di più di quanto non possa fare!